Caro Arturo,
ho letto solo oggi il tuo "saluto" sul sito del Corso (non sono molto diligente con la posta ) e mi affretto a scriverti.
Capisco il tuo stato d'animo nel dover affrontare per l'undicesima volta una prova molto pesante, e la stanchezza che provi; quindi prendo il tuo saluto come quello di un combattente che parte per una missione molto rischiosa. Si salutano i colleghi, si lascia una lettera e si beve un bicchiere che poi si lancia nel caminetto.
Ad affrontare i pericoli la tua nobile missione di Ufficiale dell'Arma, ti ci aveva abituato (se ci si può abituare !).
Oggi è diverso...gli anni passano e le prove che hai dovuto affrontare "disarmato" sono state tante e durissime, però...però la nostra Fede ci impone di non disperare.
"Belle parole", dirai tu con il tuo sorriso disarmante: "mettiti nei miei panni !".
Artù...,hai fatto dieci e farai anche undici ! lo devi fare per il tuo Angelo custode , per i tuoi cari ed anche per noi tutti che ti vogliamo bene.
...non riesco a scrivere altro,...porca miseria !
A presto e di quà,...Napoli aspetterà ancora e poi...quando Dio vorrà...
tutti insieme sempre: "UNA ACIES" !